2012/03/29-30 Palermo

Palermo

«La Sicilia e le sue bellezze sono ininterrottamente incastonate in orribili agglomerati urbani, devastazioni ambientali, episodi di corruzione ed illegalità, pietre strisciate di sangue»

Sotto i luminosi mosaici della ‘Basilica d’oro’ di Monreale, a pochi chilometri da Palermo, il card. Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura,  ha illustrato così a una folla gremitissima, il 29 marzo scorso,  la forza della bellezza, valore da preservare proprio per la sua capacità di far risaltare ciò che è brutto e offende l’uomo. E’ stato l’atto inaugurale della nuova tappa italiana del Cortile dei Gentili nella città di Palermo, sul tema:

Cultura della legalità e società multireligiosa

«E’ la cultura che feconda tutto l’agire. E dove c’è violenza, là c’è l’incultura, la disumanità». E’ il caso della mafia, distorsione della legalità che sfregia il volto della persona, creata a immagine di Dio, vìola il diritto e la morale, relativizza la verità. Per questo è necessario un dialogo culturale e interreligioso che conduca le società a recuperare quel nodo d’oro che lega queste realtà.

E il dialogo è avvenuto tra filosofi, sociologi, giuristi e intellettuali di diversa estrazione, nella giornata del 30 marzo, durante le due sessioni di convegno a Palazzo Steri, organizzate dall’Università degli studi di Palermo e dedicate rispettivamente ai temi Il diritto dei deboli e il diritto dei potenti e Le condizioni per il dialogo interreligioso.  Tra i relatori Nando Dalla Chiesa, il filosofo francese Remi Brague, il giurista Francesco D’Agostino, il medievista Henri Bresc e Giuliano Amato. Un dibattito per nulla scontato e abitudinario, di fronte a un pubblico numeroso e attento, che ha messo in luce i valori comuni e dunque  le ragioni di una collaborazione imprescindibile tra credenti e non credenti per una lotta culturale a favore della legalità. La discussione della prima sessione, centrata sul tema Giustizia umana e giustizia divina, ha messo, in particolare, in evidenza le contraddizioni di una sub-cultura come quella mafiosa che non vuole essere giudicata dall’uomo e invoca il giudizio positivo di Dio, pretendendolo e – a volte purtroppo – ottenendolo da uomini della Chiesa. Un abbraccio mortale, quello tra Chiesa e mafia, che il “Cortile” palermitano ha stigmatizzato e condannato senza appello. Nel pomeriggio si è riflettuto sulla sfida che pluralismo e multiculturalismo rappresentano oggi per l’età dei diritti e del ruolo che le religioni possono assumere nello spazio pubblico. Studiosi religiosi e laici, pur da prospettive diverse, sono convenuti sulla necessità di rivalutare le religioni come fondamento dei valori morali.

La sera poi, il Cortile dei Gentili palermitano ha fatto festa con musica e spettacolo, uscendo dalle aule accademiche per andare in piazza, sul sagrato della Cattedrale cittadina. Qui, sotto i riflettori che illuminavano le arcate gotico-catalane, il card. Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso e i ragazzi dell’associazione anti-mafia ‘Addiopizzo’ hanno testimoniato la dimensione quotidiana dell’impegno e del dialogo per la legalità. «E’ tempo di proporre con forza la questione morale, così come quella mafiosa», ha affermato Grasso. «Io posso impegnarmi a perseguire i traffici illeciti del crimine organizzato, ma per sconfiggerlo ho bisogno della collaborazione di tutta la società e della Chiesa, che non deve cessare di dare un indirizzo etico alla collettività, ribadendo che la mafia è strumento di peccato». «Il fatto che P. Pino Puglisi sia stato ammazzato dalla mafia in questa città – ha aggiunto il Procuratore - non ne ha segnato la sconfitta, ma lo ha trasformato in un simbolo». Un simbolo – come ha chiarito il cardinale Ravasi in un’intervista alla Radio Vaticana – dell’anti-cristianità dei mafiosi,  perché, quando Puglisi sarà Beato, sarà un martire «morto per testimoniare una fede che è completamente alternativa rispetto alla mafia».

Le due giornate del “Cortile” palermitano hanno infine tenuto a battesimo alcune iniziative collaterali che accompagneranno anche le prossime tappe italiane e internazionali di questa struttura del Dicastero della cultura, ampliandone il livello di partecipazione e aprendo sempre di più il dialogo al grande pubblico. “Il Cortile web”, attraverso il quale è stato possibile seguire “in streaming”, via web, i vari appuntamenti, partecipando in modo interattivo attraverso il sito www.cortiledeigentili.com . E il cosiddetto “Cortile dei bambini” che ha consentito ai più giovani, gli alunni delle scuole elementari di Palermo, di raccontare  attraverso il disegno e la fantasia “la loro isola “del dialogo e della legalità”. I versi che Giulia, 9 anni, ha apposto in calce al suo disegno hanno fatto scattare l’applauso del Sagrato: «don Pino Puglisi avete ammazzato e col cuore spento l’hanno ritrovato. Ma le buone idee di don Pino il prete, dalla mente dei ragazzi mai più cancellerete».