La Fede di Dante

Il canto XXIV del Paradiso

fede di dante

Venerdì 12 Ottobre 2012 alle ore 21, nella Rettoria del SS. Nome di Gesù all’Argentina, Piazza del Gesù – Roma, si è tenuta la serata a tema La Fede diDante – Il Canto XXIV del Paradisopromossa dal Pontificio Consiglio della Cultura, col Patrocinio diRoma Capitale e in collaborazione con la Rettoria del SS. Nome di Gesù all’Argentina e la Casa di Dante in Roma.

L’evento è stato organizzato in occasione dell’inizio dell’Anno della Fede e del Sinodo dei Vescovi. Il tema scelto, infatti, ha fatto sì che la serata dantesca si inserisca pienamente nella programmazione dell’Anno della Fede, mettendo in luce proprio il legame vitale che lega la figura di Dante Alighieri, e la sua opera, con la Fede cristiana.

Questa manifestazione, che fa seguito alla costituzione di un Comitato scientifico-organizzativo promosso dal Dicastero, ha rappresentato, inoltre, la prima di una serie di iniziative in preparazione alle celebrazioni del VII Centenario della morte del Sommo Poeta, nel 2021.

Il programma della serata ha previsto la lettura del Canto XXIV del Paradiso, nel quale Dante professa il suo Credo, a cura di Gabriele Lavia, Attore e Direttore del Teatro di Roma.

Hanno commentato il Canto S. Em. il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Casa di Dante in Roma e il Prof. Luca Azzetta, della Università Cattolica di Milano. Alcuni brevi interventi musicali saranno eseguiti dal gruppo Sinfonye, diretto da Stevie Wishart.

La serata è stata registrata dalla RAI e trasmessa Mercoledì 17 Ottobre alle ore 21.00 nel Programma Dixit di Giovanni Minoli sul canale RAI Storia


Comunicato stampa

Interventi

L'esame di Fede di Dante (Cardinal Gianfranco Ravasi)

Joseph Ratzinger nell’Introduzione al Cristianesimo, la sua opera più nota prima di diventare Benedetto XVI, evoca un particolare ritratto di Dante, quello che è delineato nella «commovente conclusione della Divina Commedia, allorché egli, contemplando il mistero di Dio, scorge con estatico rapimento la propria immagine, un volto umano, al centro dell’abbagliante cerchio di fiamme formate da “l’Amor che move il sole e l’altre stelle”». In realtà il passo a cui si fa cenno («dentro da sé, del suo colore stesso / mi parve pinta de la nostra effige; / per che ’l mio viso in lei tutto era messo», Paradiso XXXIII, 130-132) rimanda all’Incarnazione di Cristo e quella «nostra effige» è il volto umano di Gesù, che è contemplata dal nostro «viso», cioè dalla nostra visione, dal nostro sguardo. Sta di fatto, però, che in questi versi, citati da Ratzinger, si ha anche il profilo ideale autentico del poeta e della sua fede. Le cinque domande di Pietro  Egli è, infatti, un grande e... Continua

LA FEDE DI DANTE IN 'PARADISO XXIV' (Prof. Luca Azzetta)

 L’esperienza misteriosa della fede nella vita di un uomo non è mai circoscrivibile a un solo episodio o a un solo momento biografico. Così è per ogni uomo, così è anche per Dante. C’è tuttavia un luogo in cui Dante ha tracciato alcune linee di sintesi rispetto alla propria fede cristiana: si tratta del canto XXIV del Paradiso. Giunto nell’VIII cielo, quello delle Stelle Fisse, il poeta è chiamato a rispondere alle domande dell’apostolo Pietro così da dare testimonianza di come nella vita egli abbia vissuto la prima delle virtù teologali. Nei due canti seguenti Dante risponderà alle domande degli apostoli Giacomo (sulla speranza) e Giovanni (sulla carità). Non è un caso che proprio questi siano i nomi che Dante diede ai suoi tre figli maschi. La struttura del canto XXIV è lineare. Esso si apre con la preghiera di Beatrice ai beati perché rivolgano la loro attenzione all’immenso desiderio di Dante di gustare quella fonte, Dio, alla quale essi sempre si abbeverano (1-12). Un lume... Continua

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