Logos e Dia-logos
Santità!
Questo incontro con Vostra Santità è l’approdo di un itinerario che l’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura ha aperto pochi giorni fa in modo insolito in Campidoglio, nell’agorà pubblica della città, quasi a raccogliere la sfida evangelica di comunicare dai tetti, ove oggi sono insediate le parabole mediatiche, coinvolgendo la polis talora distratta, altre volte incuriosita o persino beffarda, come accadde a Paolo nell’Areopago ateniese.
La comunicazione, infatti, è uno dei crocevia capitali, ma anche aggrovigliati della cultura contemporanea e il nostro itinerario – con l’ausilio di esperti esterni – ne ha percorso le arterie principali: dal linguaggio artistico e musicale a quello giovanile, dal rito alla rete informatica e televisiva, dai linguaggi e dalle “icone” virtuali ai segni materiali, dai simboli liturgici fino alla testimonianza personale ed esistenziale. Alla base c’era sempre la consapevolezza di una dialettica che la stessa Bibbia illustra in modo folgorante.
Da un lato, risuona la voce di Qohelet: «Tutte le parole sono logore e l’uomo non può più usarle» (1,8). Ma, d’altro lato, Dio entra in scena nell’essere e nell’esistere attraverso l’analogia fondamentale della Parola, del Dabar-Logos, creatore e salvatore che è bereshît (Genesi 1, 1.3) e en archê (Giovanni 1,1), cioè “nel principio” stesso del cosmo e della storia. Anche il discepolo di Cristo entra nel mondo proclamando una Parola eterna, potente e feconda, che però si esprime mediante parole e linguaggi fragili, mutevoli e talora malati.
Santità, ora affidiamo con gratitudine a Lei e alle Sue parole il compito di porre il suggello a questo nostro percorso, consapevoli – come scriveva nella Sua Introduzione al cristianesimo – che «l’esperienza del Dio dialogante è quella del Dio che non è soltanto Lógos ma anche diá-lógos, non è solo Pensiero e Senso, ma è anche Colloquio e Parola nella reciprocità dell’incontro». Grazie!